Colesterolo alto?

Colesterolo alto? Ipercolesterolemia familiare? Ecco un po’ di informazioni utili.
In Italia si stima che circa lo 0.4% della popolazione (circa 250.000 persone su 59 milioni) sia affetto da Ipercolesterolemia familiare cioè di tipo ereditario.
Non sono molti, non sono neanche pochi, ma considerando la quantità di farmaci ipolipemizzanti che hanno invaso il mercato negli ultimi anni cercherò di farmi qualche domanda e soprattutto di dare qualche risposta.
nel 2019 si è confermato il trend di crescita degli ipolipemizzanti, in aumento del 23% rispetto al 2014.
In linea di massima nell’anno 2019 sono stati prescritti farmaci per abbassare il colesterolo a (circa) il 9,7% della popolazione italiana quando ’ipercolesterolemia familiare ne colpisce solo lo 0,4%.
Chiaro?
Bene; cerchiamo di capire cosa sia l’ipercolesterolemia familiare.
E’ una malattia ereditaria che deriva da una modifica genetica a carico del gene che codifica per il recettore delle LDL, il quale, non funzionando correttamente, non riesce a ‘catturare’ le particelle di colesterolo LDL e a permetterne la rimozione dal sangue. Per questo in genere produce un aumento proprio del cosiddetto “colesterolo cattivo” (LDL).
Si può presentare in due forme, quella omozigote (particolarmente grave) che colpisce per fortuna solo 1 persona su 1 milione e, come abbiamo già detto, quella eterozigote che si manifesta all’incirca nello 0,4% della popolazione.
La diagnosi viene fatta dal medico, in base all’anamnesi personale e familiare del paziente e grazie all’identificazione di alcuni segni clinici che, se presenti, sono indicativi della malattia: i più comuni sono dei rigonfiamenti sui tendini del tallone e delle mani (xantomi) o sulle palpebre (xantelasmi).
In assenza di sintomi basta fare un esame genetico, che non lascia dubbi.
In base alla mia esperienza (e di certo anche in base ai numeri) posso affermare che la maggior parte delle persone non è assolutamente affetta da questa patologia ma ha abitudini di vita estremamente scorrette e poca voglia di fare i conti con la salute.
Dobbiamo ricordarci inoltre che l’ipercolesterolemia fa parte del poker d’assi della “Sindrome metabolica” che comprende obesità, diabete e pressione alta.
In genere quando inizia uno, gli altri si accodano e non è buona cosa lasciarli fare. Con un po’ di buona volontà è facile abbassare i livelli di colesterolo ed evitare di assumere farmaci come le statine che se anche sono in grado di abbassare le HDL producono un blocco nella produzione di coenzima Q10 e anche della vitamina K con curiosi risvolti proprio sul sistema cardiovascolare che dovrebbero proteggere.
Di questo parleremo al prossimo articolo, fra qualche giorno; metteremo sotto la lente di ingrandimento i farmaci ipolipemizzanti e i loro effetti collaterali, cercando di capire come risolverli e se è il caso di fare determinate integrazioni per scongiurare effetti secondari non graditi.
La migliore delle cose da fare, intanto, è partire dall’alimentazione, dal moto quotidiano e dal fumo, brutta abitudine che va cancellata dai nostri ricordi insieme a quella dell’alcol.
E voi, di che colesterolo siete?
Paolo
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