Dall’India una pianta per affrontare gli effetti del post lockdown

“L’india assale, prende alla gola, allo stomaco. L’unica cosa che non permette è di restarle indifferente”  (Tiziano Terzani)

E’ proprio vero e la mostra “Un’Idea di India” presente alle Scuderie Estensi di Tivoli fino al 28 giugno ne è una dimostrazione. Popolo dai mille colori e dalla grande spiritualità, la sua cultura medica rappresenta da sempre un valido aiuto per noi che ogni giorno studiamo e ci aggiorniamo sulle pratiche più antiche di medicina naturale come quella ayurvedica per proporvi i rimedi naturali più efficaci per la mente, il corpo e lo spirito.

Ayurveda: la scienza della vita

In sanscrito ayurveda vuol dire “scienza della vita” e il suo obiettivo principale è la salute come uno stato di equilibrio dell’energia vitale, nel quale i fattori psicologici ed ambientali hanno la stessa importanza di quelli fisici. L’antica medicina indiana dell’Ayurveda si basa sulla profonda conoscenza del corpo, e della sua relazione con la mente e con lo spirito.

Le piante sono il migliore Vaidya o medico naturale per ascoltare, parlare, comunicare, sviluppare, guarire e vivere. Sono nostri antenati, sono nate prima dell’uomo, e ancora vivono sostenendo l’uomo e tutte le altre forme viventi. L’uomo ha sempre avuto una relazione profonda con le piante in quanto in grado di interagire con i suoi stati energetici, riportando corpo e spirito in una situazione di forte equilibrio.

Chi mi conosce sa quanto il mondo delle piante mi appartenga. Le piante sono la mia scuola, quella a cui attingo per richiamare le giuste conoscenze e rispondere quotidianamente ai vostri quesiti. Muovermi tra Occidente e Oriente mi aiuta a trovare il giusto consiglio. C’è infatti una differenza fondamentale nell’approccio all’uso delle piante tra Occidente ed Oriente. Mentre in Occidente si tende ad isolare i principi attivi, a scindere e a dimostrarne attività ma anche effetti collaterali, in Oriente la pianta viene rispettata nella sua totalità. In Oriente le piante hanno un’anima e possono trasmettere la conoscenza e la guarigione. L’anima delle piante è il fattore principale della guarigione, rinvigorisce e rinnova anima, mente e corpo, aiutando a modificare lo stile di vita.

Withania somnifera: dall’antica India una pianta per combattere ansia e stress

Tra le tante piante utilizzate nella medicina ayurvedica ce n’è una particolarmente indicata in questo periodo di forte stress psico-fisico la cui origine risale a più di 3000 anni fa. E’ la Withania somnifera, anche conosciuta con il nome di ashwagandha, ginseng indiano o ciliegia d’inverno. Si tratta di una pianta dagli effetti adattogeni, in grado di aumentare la nostra capacità di adattarci ai fattori ambientali evitandone gli effetti negativi. Le piante adattogene rispondono positivamente allo stress agendo su tutti gli organi del nostro corpo. Le sostanze adattogene vengono tradizionalmente utilizzate per affrontare al meglio periodi di stress psico-fisici facendo ritrovare l’equilibrio psico-fisico necessario: esercitano un’azione calmante nelle situazioni caratterizzate da forte tensione, oppure stimolante durante episodi depressivi. Non a caso il termine ashwagandha (ashva significa “cavallo” e gandha “odore”), richiama l’equilibrio, l’energia e la forza propria del cavallo.

In epoca storica la withania viene menzionata nei testi canonici Ayurvedici. La sua posizione nella medicina ayurvedica è simile a quella del ginseng nella medicina tradizionale cinese. La droga è data dalla radice di withania somnifera L.(famiglia Solanaceae) piccolo arbusto presente nelle regioni aride dell’India. Nella medicina popolare indiana vengono utilizzate sia le radici che i frutti.

Nella withania sono stati identificati più di 35 costituenti chimici tra cui alcaloidi, lattoni steroidei e i terpenoidi con scheletro tetraciclico come il cortisolo. La withania contiene anche ferro, colina, flavonoidi, tannini ed un olio essenziale chiamato puranolo.

Non sono noti rischi per la salute o effetti indesiderati di rilievo associati all’uso appropriato di withania. Un uso esagerato e/o dosi esagerate possono provocare disturbi gastrointestinali. La withania possiede un effetto ipnotico-sedativo e pertanto occorre cautela se si assumono altri sedativi. Controindicata in gravidanza e allattamento.

Storicamente in India la pianta è stata utilizzata come afrodisiaco, tonico per il fegato, antinfiammatorio, astringente e, più di recente, nel trattamento della bronchite, dell’asma, dell’ulcera, dell’insonnia e per promuovere il concepimento; come nutriente per le donne in gravidanza e per gli anziani come promotore dell’apprendimento e della memoria. In un testo antico si dice che l’ashwagadha, se assunta per due settimane con latte, burro, olio o acqua calda, promuove lo sviluppo in organismi emaciati “come fa la pioggia per le giovani coltivazioni”. Viene posta nella categoria medicinale più importante in Ayurveda, ovvero la “rasayana”; la classe dei tonici ringiovanenti. Nella Farmacopea Ayurvedica si utilizzano molte preparazioni tradizionali della stessa pianta, avendo ogni preparazione un suo campo di utilizzo specifico.

Buona vita

Concludo questa pillola di India sottolineando quanto questa pianta (disponibile come integratore in pratiche capsule) potrebbe esserci di aiuto in particolar modo nel momento che stiamo vivendo. Un momento che ha infranto molte delle certezze che avevamo, ha sconvolto i nostri ritmi circadiani, ci ha visti chiusi in casa a respirare spesso frustrazioni e compromessi e a placare l’ansia con un eccesso di cibo… quindi proprio ora riprendiamoci la nostra vita magari godendo anche della bellezza della nostra città e di una mostra fotografica che ci permette di fare un viaggio spirituale connettendoci con un Paese così lontano solo fisicamente. L’India, con la sua spiritualità e infinite contraddizioni, è in ognuno di noi.

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