Piante e Salute (4): l’Equiseto

Finora abbiamo parlato di piante con fiori, alcune molto comuni e di facile identificazione anche sul nostro territorio. La pianta di cui parleremo oggi non fa fiori, è anch’essa molto comune (la avremo di certo incontrata ma sarà passata inosservata). Sto parlando dell’equiseto, una pianta presente sulla terra da milioni di anni tanto da essere considerata un fossile vegetale: infatti 400 milioni di anni fa la terra era popolata da Equiseti giganteschi, alti come alberi. Il  nome latino è Equisetum Arvensis, Equisetum deriva da equus, che significa cavallo e saeta, ossia crine; da qui il nome popolare “coda cavallina” alludendo alla somiglianza dei fusti e delle foglie alla criniera equina. Il nome del genere arvensis significa campestre, dei campi.

Caratteristiche della pianta

Le sue proprietà benefiche sono note fin dall’antichità. Si narra che 5000 anni fa i Sumeri ne facessero uso per curare edemi e ferite subite in battaglia. Già Dioscoride descriveva questa pianta attribuendole anche virtù astringenti e ne consigliava il succo per fermare l’epistassi; affermava, inoltre, che le foglie di Equiseto poste sulle ferite favorissero la cicatrizzazione. Mi piace riportare quanto il Mattioli ci narra dell’uso che ne facevano gli antichi medici, affermando che

“[…] l’erba è costrittiva e però ristagna il suo succo il sangue da naso. Bevesi con il vino per la dissenteria e per provocare l’orina. Le fronde trite e impastate consolidano le ferite fresche. Giova la radice insieme con l’erba alla tosse, agli asmatici, e ai rotti”.

L’Equiseto è una pianta erbacea perenne, con un rizoma strisciante di colore nero. Da questo rizoma si sviluppano i fusti (chiamati cauli) che si differenziano in fusti sterili e fusti fertili. I fusti fertili, nascono in primavera e sono privi di clorofilla; sono cilindrici e di colore biancastro o bruno-rossiccio, formati da più sezioni collegate attraverso dei nodi evidenti, sui quali è presente una guaina larga e membranosa. I cauli fertili sono privi di rami e le foglie sono ridotte a squame. Sulla superficie del fusto sono presenti tipiche striature brunastre. I fusti sterili, invece, maturano durante l’estate, presentano una colorazione verdastra e sono cavi all’interno. I fusti di Equiseto non contengono lignina al loro interno (non diventano perciò mai legnosi); utilizzano come sostanza di sostegno i sali di silicio, presenti in quantità rilevanti all’interno della pianta.

L’Equiseto è una pianta molto diffusa nei luoghi umidi, cresce spontanea lungo le sponde dei fiumi, nei fossi e nei terreni erbosi ricchi di acqua. Spesso infestante di molte colture, poiché possiede un apparato radicale che si sviluppa molto lateralmente.

Proprietà e utilizzi

Questa pianta, che cresce nelle zone acquitrinose, è in grado di assorbire l’oro sciolto nell’acqua e questo la rende molto interessante.  in quanto i medici prescrivono spesso preparati contenenti oro per l’artrite reumatoide. Non è un caso che la pianta possegga una lunga tradizione come rimedio per i dolori artritici.

L’Equisetum arvense è una delle numerose varietà esistenti di questa pianta, tuttavia, è la sola ad essere commestibile e quindi adatta all’uso interno. La pianta ha un carico minerale altissimo, come lo scheletro, il suo fusto siliceo-cristallino ha una parte interna, liquida, saponosa e solforosa ed è straordinario osservare l’analogia con le ossa e il loro midollo. Le ceneri dell’equiseto erano usate come fertilizzanti, ma vennero poi sostituite, con minori risultati, dal calcio.  L’equiseto tradizionalmente era ritenuto “sasso che si alza al cielo” ed era utilizzato in agricoltura contro il cancro, la “ruggine” ed altre malattie delle piante coltivate e qualche volta, in associazione con la più evoluta ortica, serviva a dare più energia alle piante macerate esposte ai raggi lunari; inoltre veniva usato anche per fare saponi medicinali.

Dove cresce questa pianta è facile riscontrare dei terreni argillosi e umidi, che appaiono quasi una ferita della terra e l’equiseto sembra medicarla, asciugandone “umidità. Analoga e straordinaria capacità ha nella cura delle piaghe e delle ulcere, nelle ferite interne intestinali ed esterne. Inoltre, riesce ad avere un ottimo risultato nelle forti perdite di sangue. Le proprietà dell’equiseto più importanti vanno ricollegate alla presenza di determinati elementi, come flavonoidi e minerali è infatti impiegata principalmente come mineralizzante per il corpo e per la sua funzione diuretica. Viene assunta per la prevenzione dell’osteoporosi e quando si vogliono eliminare liquidi in eccesso accumulati in caso di ritenzione idrica e cellulite.

Azione diuretica – È garantita dalla presenza dei flavonoidi e del potassio che stimolano l’eliminazione delle sostanze di scarto, potenziando la funzionalità renale. Viene inserita all’interno di diete per la perdita di peso e per contrastare ritenzione idrica e cellulite.

Combatte l’osteoporosi – Una delle più importanti proprietà dell’equiseto è quella rimineralizzante: esso contiene in particolare silicio, che si è dimostrato essere utile nel mantenere le ossa robuste e nel contrastare l’osteoporosi. Ricca di acido salicilico che contribuisce ad aumentare l’elasticità dei tessuti e partecipa alla ricostruzione dello scheletro, rendendosi così utile nella cura di fratture ossee, e svolgendo inoltre un’ottima azione cicatrizzante e astringente.

Rinforza unghie e capelli – Grazie alla presenza dei minerali, tra cui silicio, calcio e magnesio, si assicura una spiccata azione rinforzante a capelli ed unghie, che avranno una minore tendenza a rompersi.

Infezioni urinarie – L’erba agisce sull’apparato urinario in toto: partendo dai reni e arrivando all’organo della vescica. Possiede un’azione antibatterica e antinfiammatoria che tiene alla larga le infezioni di varia natura. È particolarmente indicata in caso di cistite.

Sintomi influenzali – I minerali sostengono il sistema immunitario e pertanto sono fondamentali in caso di influenza e raffreddore. Inoltre, l’equiseto, grazie alla sua efficacia antibatterica, trova impiego anche per calmare mal di gola e liberare il naso chiuso (in virtù delle sue qualità espettoranti).

Organi Emopoietici – Come abbiamo già sottolineato svolge un’azione antiemorragica in caso di emorragie di qualsiasi natura (emorragie da ulcere, mestruazioni troppo abbondanti, emorragie emorroidali e uterine ed epistassi). È in grado di stimolare la produzione di globuli rossi e bianchi, molto utile in caso di infezioni e malattie in corso

Emorroidi – La pianta possiede un’azione cicatrizzante e astringente che viene sfruttata per guarire piccole ferite, come in caso di emorroidi sanguinanti, consentendo rapidi tempi di recupero. La sua funzione cicatrizzante e antiemorragica si espleta sia per via interna sia attraverso impacchi da applicare per via topica.

Impacchi – Ecco come procedere: mettiamo a bollire 150 ml di acqua insieme a 5 gr di equiseto. Raggiunto il bollore spegniamo, lasciamo raffreddare e imbeviamo una garza che andremo ad applicare nella zona emorroidaria.

Azioni sulla pelle –  Le proprietà di questa erba consentono di calmare i processi infiammatori, in caso di acne, e stimolare la produzione di collagene, mantenendo la cute soda, prevenendo le rughe.

Assunzione – abbiamo a disposizione diversi formati già pronti come capsule, tintura madre e pianta  taglio tisana. Per una tisana di equiseto dobbiamo portare a bollore 150-100 ml di acqua, spegnere il fuoco e versare 2-3 cucchiaini di erba essiccata. Attendiamo almeno 10 minuti e poi beviamo più volte al giorno per almeno un mese.

CONTROINDICAZIONI

Sebbene i benefici dell’equiseto siano vari ed efficaci, è tuttavia importante ricordare che il consumo di questa pianta non è adatto a tutti. In particolare, occorre astenersi dall’assumerla in caso si stia seguendo una terapia farmacologica a base di diuretici e di medicinali per il cuore (digitalici). Infatti, non deve essere ingerito in casi di insufficienza renale e scompenso cardiaco.
È inoltre sconsigliato l’uso dell’erba in presenza di allergia nota alla nicotina o se si stanno assumendo farmaci che contengono tale elemento. Infine, le donne in gravidanza o allattamento dovrebbero evitarne l’assunzione in quanto non vi sono studi sufficienti che ne supportino il consumo in tali circostanze.

Uso Cosmetico

Bagno contro la ritenzione idrica – far bollire 30 g di equiseto in 2 litri di acqua fredda per 15 minuti. Filtrare e versare nell’acqua della vasca. Il bagno deve durare per 20 minuti. Se ne possono fare 2-3 alla settimana.

Dopo shampoo per rinforzare i capelli: far bollire 50 g di Equiseto in 2 litri di acqua calda per 10 minuti. Filtrare e usare con l’acqua del risciacquo.

In cucina

In passato, presso le famiglie contadine, i germogli di alcune specie venivano occasionalmente impanati e fritti o conditi con aceto. L’equiseto può essere aggiunto a zuppe o minestroni come integratore di sali minerali.
Ma si deve fare attenzione alle varie specie in quanto alcune non sono eduli. Inoltre secondo alcuni testi queste piante se ingerite in grandi quantità possono presentare una certa tossicità.
E infine chiudiamo con una ricetta culinaria che ci ripaghi della nostra passeggiata da ricercatori ma attenzione se non siete ultra sicuri della specie raccolta non utilizzatela!

POLPETTINE GRATINATE DI EQUISETO
Ingredienti:
400 grammi di fusti fertili giovanissimi di equiseto
200 grammi di formaggio di soia spalmabile
1 cucchiaio di granella di mandorle
6 cucchiai di pangrattato
2cucchiai di semi di lino tritati e lasciati riposare in poca acqua ,da incorporare poco alla volta per addensare
1 spicchio d’aglio
Sale
Peperoncino
Olio evo

[wrapper][column class=”1/4″][staffmember id=”3209″][/column]

[wrapper][column class=”2/4″][/column]

Tutti gli articoli della Rubrica “Piante E Salute: Racconti Apprendimenti e Utilizzi”:

Torna in alto