Oggi è il 26 Maggio e chi è di Tivoli lo sa bene; questa è la data funesta dei bombardamenti che devastarono la nostra città e non è un giorno che possiamo dimenticare.
Soprattutto non possiamo dimenticare la forza, l’orgoglio e la tenacia di tutte quelle persone che seppero rialzarsi, seppellire i loro cari e ricominciare a costruire qualcosa che noi, ammorbiditi dal benessere, non sapremmo neanche immaginare.
Anni fa mio padre mi regalò l’agenda di mio nonno Zeffiro, quella del 1944 che io tengo carissima e recuperata dal nonno fra le cose scampate alle bombe.
Quell’agenda, scritta con pazienza e calligrafia minuziosa come si usava al tempo, si ferma improvvisamente al 26 maggio. I giorni a seguire sono vuoti, bianchi, a testimonianza di un orrore a cui non servono parole.
Poi improvvisamente le prime parole ricompaiono il 9 luglio, parole composte e dolorose, parole di chi ha perso tutto e deve ancora una volta ricominciare da zero.
Voglio scrivervi solo il finale di quelle due pagine perchè siano di sostegno quando pensiamo che non ce la possiamo fare, quando pensiamo di essere in difficoltà e non sembra esserci via d’uscita.
“…culminato nella distruzione totale e assoluta di quell’azienda che era stata il mio orgoglio più bello e che strappava la mia ammirazione più incondizionata…Sursum corda! con lo sguardo volto verso quel domani che io già sogno pieno di promesse”
Era il 26 maggio del 1944.
Paolo