Pochi giorni fa ero con gli amici. Parlavamo della vita e scherzavamo con l’intesa di chi si vuol bene mentre con le mani si ultimavano gli abbellimenti da piazzare in giro per il quartiere in attesa delle feste di Natale.
Le fiabe, da Raperonzolo alla Bella addormentata; forse per ricordarci che le vita è un lungo sogno fatto di sobbalzi e tremori, pur sempre una bella camminata da fare stringendo le mani e ridendo a gran voce.
La Signora è passata accanto e guardandoci tutti intenti a sistemare il “Pozzo dei desideri”, con le mani sporche e i cuori in alto, ha sogghignato: “Ancoro credono a lu pozzo dei desideri”.
Ebbene si, siamo quelli che ancora credono a una vita nuova e la inventano; ci fermiamo a guardare il cielo con lo stesso stupore di quando eravamo piccini e ci stringiamo sapendo che ognuno di noi è la vera ricchezza dell’altro.
Una delle frasi che reputo più sbagliate da dire a un bambino è proprio quella che recita: “adesso sei un ometto, basta credere alle favole!” (o ai sogni). E’ la frase di chi immagina di traghettare i bambini nel vero duro mondo reale, fatto di sofferenza e cattiveria, nel momento in cui si deve abbandonare l’esser bambini per diventare grandi.
Mi auguro invece che voi possiate continuare a sognare e immaginare, perché solo così potrete realizzare ciò che avete sempre voluto.
Mi viene in mente Eduardo Galeano, grande scrittore uruguayano che parlando dell’”utopia” dice:
L’utopia è là, all’orizzonte.
Mi avvicino di due passi,
lei si allontana di due passi.
Faccio dieci passi e l’orizzonte
si sposta di dieci passi.
Per quanto cammini,
mai la raggiungerò.
A cosa serve l’utopia?
Serve a questo: a camminare
Ecco spiegato il tema che abbiamo scelto quest’anno anche per la nostra Farmacia e cioè “La favola”.
Vi auguriamo di poter essere sempre “bambini” quel tanto che basta per essere dei veri uomini.
Con affetto.
Dr. Paolo